Vita vissuta
martedì, febbraio 27, 2007"... No, se, maddai che dici. Ma lassa sta. E' impossibile. Sarebbe come trovare un peer to peer sul pc di Luca Sofri..."
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Ragazzi, usate meno internet. Sul serio. Dblk
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Nel 1977 dopo aver rischiato di morire affogato al largo di Malibu, decide di convertirsi all'islam, cambiare nome e di ritirarsi dalle scene musicali. Nel 2004, incredibile a dirsi, viene anche lui è inserito nella lista nera USA post 11 settembre e il volo Londra-Washington su cui si trovava è costretto ad un atterraggio forzato. Nel mentre qualche collaborazione canora (Peter Gabriel e Ronan Keating), ma soprattutto la voglia crescente di tornare a scrivere e a suonare la chitarra. Ed è così che Cat Stevens ora Yusuf Islam, torna con An other cup, un album con il classico tocco alla Tea for the Tillerman, forse la sua opera migliore (per intenderci quella con Father and Son e Sad Lisa), ricco di arpeggi avvolgenti, ma anche di sperimentazioni musicali come nella canzone Whispers From A Spiritual Garden. Passando dalla track di apertura Midday con una bellissima tromba, ci si incontra subito con Heaven/where true love goes bellissima canzone d'amore, con il classico giro di note stupendo e fluido dello stile del cantante britannico e una base di pianoforte perfetta. Per finire una cover di Don't Let Me Be Misunderstood lenta e malinconica, quasi sofferta. In conclusione un album che non farà strocere il naso agli amanti del primo Cat Stevens. DblkEtichette: An other cup, Cat Stevens, Yusuf Islam

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